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Quanto può arrivare a costare un’auto da F1?

E’ innegabile che sin da bambini siamo rimasti particolarmente affascinati dalla Ferrai, non tanto come bolide o fuoriserie, nonché emblema da multimiliardari come intendiamo in età adulta, bensì in quanto auto sportiva da Gran Premio di quelle che vediamo correre in pista. Ma ci siamo mai effettivamente chiesti quanto costa uno di questi?

Affascinati sì, come anche appena affermato, ma difficilmente possiamo esserci già chiesti quanto possa effettivamente costare, non solo dal punto di vista dell‘acquisto, ma anche e soprattutto del mantenimento, una di quelle fuoriserie da corsa che sin dall’infanzia hanno tanto fatto palpitare il nostro cuore.

Le migliorie dei bolidi della F1

Per moltissimi di noi, soprattutto i più grandi appassionati del mondo dei motori, la F1 è indubbiamente stata il nostro primo grande amore. Inoltre sicuramente molti di noi si sono sognati presto o tardi di guidarne una in pista. Di che cosa stiamo parlando?  Di una monoposto F1! Tuttavia, al di là dei sogni, quasi  sicuramente non ci siamo mai chiesti quanto potesse costare effettivamente una di esse.

Il nuovo regolamento tecnico della F1 ha rimesso sotto i riflettori dei concetti aerodinamici messi da parte 40 anni fa.   In pratica consisteva  principalmente nel portare meno aria sporca sulla vettura che insegue in scia. Il problema delle versioni precedenti  era quello della grande  difficoltà per un pilota nella gestione delle mescole e le tante turbolenze alle spalle di un’auto. E questo dovrebbe essere evitato!

Inoltre durante le gare era ben più difficile assistere a inseguimenti ben fatti dal momento che l’auto che  conduceva produceva un carico aerodinamico che genera pressione inferiore dietro l’auto. Ma ora con una aerodinamica semplificata sia l’inseguimento che  i sorpassi avvengono con più facilità, per l’immensa gioia dei veri appassionati.

La Ferrari punta alla sicurezza

Le vetture dell’anno odierno – a onor del vero-  riescono a rimanere attaccate alle vetture antistanti senza troppi problemi, ma i sorpassi per lo più sono sempre favoriti dal sistema di Drag Reduction System (DRS). 4In pratica senza l’apertura mobile dell’ala posteriori i piloti farebbero ancora  davvero molta ma molto fatica a sopravanzarsi.

Nel corso del tempo i sorpassi in pista sono diventati sempre più difficili e oramai anche i piloti più esperti aspettano sempre la zona di attivazione del DRS per non prendere troppi rischi in altri punti della pista e tentare poi – come si suol dire- ” il colpaccio”.

In ogni caso le nuove monoposto hanno segnato un grande, grandissimo  passo in avanti in merito all’effetto trainante in condizioni di accesi duelli. Quanto meno ora le auto riescono a stare più vicine anche nei tratti misti.

Attualmente la Ferrari ha fatto un passo in avanti, diventando la seconda forza, alle spalle della Red Bull Racing, mentre la Mercedes è retrocessa di un paio di posizioni.

La Red Bull Racing si avvia ora  a detronizzare il team con la Stella a tre punte, dopo ben  otto anni di vittorie nei costruttori di fila. La casa austrica ha davvero messo il turbo- come si suol dire- osando con concetti aerodinamici estremi, in particolare nella zona delle pance. Il risultato ottenuto? Una vettura che è un vero e proprio  bolide sul dritto,  oltre spinta notevolmente  dal poderoso motore Honda.

La Ferari– dal canto suo- è ben più abile e leggera ma non riesce a vincere come la Red.

Attualmente le auto si sono dimostrate sempre più affidabili e indubbiamente da questo punto di vista la lievitazione dei prezzi è anche stata una conseguenza di un maggiore investimento sul lato sicurezza che dovrebbe sempre venire al primo posto. Ma- in effetti- così è sempre stato per il team del Cavallino e ora i tecnici stanno lavorando duramente e alacremente  per mettere in pista vetture  che si professano già su carta- a dir poco- spettacolari.

I costi

Arriviamo dunque alla fatidica domanda da “un milione” (anche se in realtà non ne basterebbe uno solo): quanto costa al team una monoposto così estrema? Il prezzo è elevatissimo perché questi gioielli sono fatti- completamente a mano. Si tratta- pertanto-  di un lavoro meticolosissimo, svolto dai più grandi professionisti del settore.

Ciascuno elemento della vettura è costruito e testato per dare il massimo della performance, ergo  persino il componente più piccolo deve combinare la  leggerezza con la  robustezza. Tutto è fatto- praticamente- su misura come un vestito di alta, altissima  qualità sartoriale.

Poi ad inizio campionato l’abitacolo viene personalizzato in base alle caratteristiche e alle misure di ciascun driver. Il Motorsport è  davvero costosissimo  dal momento che  ogni  singolo dettaglio è frutto di ore e ore di ricerca e sviluppo. Ed è proprio per questo motivo che è stato introdotto il cosiddetto  budget cup, che altro non è che  un tetto indetto per limitare le spese pazze e livellare la competizione. Ma sapete da quanti componenti è composta una monoposto F1? Dalla bellezza di 14.500!

Leggerezza e sicurezza, le parole chiave

In questa stagione la Ferrari ha lanciato il nuovo Superfast. Il costo di ciascun motore è pari a 5 milioni di dollari. Il telaio è poi il secondo elemento più caro, essendo una monoscocca in materiali compositi e fibra di carbonio. Un mix di leggerezza e sicurezza che arriva a superare il milione di dollari.

Un altro component davvero molto ma molto caro è la trasmissione che presenta un prezzo tra il mezzo milione e il milione di dollari, a cui si collega il sistema idraulico che include l’impianto frenante e la frizione, per un valore che schizza fino a 170.000 dollari.

Altri elementi  assolutamente proibitivi sono strettamente  legati all’aerodinamica del mezzo. L’ala anteriore e quella posteriore, incluso il dispositivo DRS, valgono rispettivamente- dal punto di vista strettamente economico-  tra i 150.000 e i 200.000 dollari.

Per la realizzazione delle sospensioni ci vogliono- invece-  tra i 100.000 e i 150.000 dollari. E pensate che anche per un auto di F1 ci vogliono cifre simili. Per quale motivo? Esso è – in pratica- è descrivibile-a buona ragione- come una sorta di vero e proprio computer con uno schermo high tech che dà tantissime informazioni al pilota ed anche un centro di comando che gestisce le mappature e l’elettronica della wing car.

Un certo peso economico nel computo complesso lo ha anche- ad onor del vero- l’halo, il noto sistema protettivo che ha salvato tanti piloti, nel corso degli ultimi anni, e che  vale circa 17.000 dollari.

Insomma, a conti fatti, la cifra  complessiva per realizzare una monoposto ad effetto suolo di F1  si aggira intorno agli 8 milioni di dollari.