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Posti di blocco, se fermano l’auto e la guida il tuo fidanzato scatta la mega multa I Non lo sa quasi nessuno

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Molte volte nella vita ci sarà capitato di guidare un veicolo che non fosse di nostra proprietà: magari di un genitore, di un compagno o una compagna, di fratelli, sorelle, amici: ma che succede se ci ferma una pattuglia?

C’è il rischio di essere sanzionati con una multa pazzesca? Se ad un posto di blocco dovessero fermare il veicolo e a guidare si trova un fidanzato o una fidanzata ma non il titolare del mezzo, scatta il provvedimento?

Sono in pochi a conoscere nel dettaglio questa parte delle norme in vigore e che fanno capo ad alcuni dei concetti più tradizionali relativi alle auto. La guida di un veicolo non intestato personalmente, è ammessa o meno?

Che cosa capita ad un posto di blocco se un agente ci dovesse fermare e magari stiamo guidando la vettura di un nostro compagno o compagna? La prima cosa che viene da dire è che arriverà una bella (si fa per dire) multa.

Prima di tutto però è il caso di chiarire al meglio alcuni aspetti di questa vicenda normativa che, a ben vedere, non tutti conoscono, o forse in pochissimi, e per di più è spesso oggetto di fraintendimenti.

Auto intestata ai compagni: ci multano se la guidiamo?

Dunque il fatto è questo: ci multano o no se guidiamo le auto di altri? Cosa capita se si dirige un veicolo intestato ad altri? Le regole a dir la verità sono abbastanza chiare: se questa guida è saltuaria o occasionale non succede un bel nulla, nel senso che la Legge permette di guidare una vettura presa in prestito, quale che sia il motivo.

Se però si superano i trenta giorni continuativi di guida, allora il nome della persona che guida deve per forza di cose essere inserito nel libretto di circolazione, altrimenti davvero arriva una multa pazzesca con rischio anche del ritiro della carta di circolazione stessa. Questa norma, ovvio, vale solo per chi è esterno al nucleo familiare. 

Carta di circolazione – solomotori.it

Vincoli per prestito di auto agli amici

In sostanza, se a guidare l’auto è un compagno o una compagna e c’è regolare identificazione nel nucleo familiare, se a farlo sono dei figli o fratelli o sorelle, allora non vi è alcun problema di fronte alla legge. Ovviamente con una specifica.

Chiunque guida un’auto non propria deve assicurarsi che il titolare lo sappia e lo abbia autorizzato, anche solo a voce: altrimenti i rischi sono altri, quello cioè dell’appropriazione indebita.