Motorizzazione a rischio, le autoscuole in allarme. Rucco scrive al ministro

Motorizzazione a rischio chiusura, le autoscuole lanciano un forte  allarme. Una preoccupazione talmente forte da far scrivere al presidente della Provincia Francesco Rucco, che la fa sua e si rivolge al ministro con le seguenti parole: “Un territorio come il nostro non può subire un disservizio del genere”. 

Rischio chiusura per la Motorizzazione, un servizio assolutamente essenziale per i trasporti che non può permettersi di cessare. Forte  ingente preoccupazione.

Motorizzazione a rischio chiusura

Il segretario nazionale e vicentino di Confarca, Christian Filippi, ha  deciso di rivolgere la sua missiva al Presidente Rucco per chiedere un incontro, che poi c’è effettivamente stato e che ha dato origine alla successiva lettera che  quest’ultimo ha poi tosto  inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Come rappresentanti di categoria ed in nome e per conto delle autoscuole e degli studi di consulenza della provincia di Vicenza vorremmo proporre un focus sulla carenza di personale, e sul rischio correlato della chiusura del predetto ufficio. Sappiamo che comunicare e condividere la problematica potrebbe portare a un percorso comune che abbia come obbiettivo il mantenimento dell’ufficio in provincia ed il servizio alla popolazione”.

A margine della missiva, Filippi ha anche voluto chiarire con fermezza quanto sia davvero  complicata la situazione dell’ufficio di strada Caperse: “All’inizio di quest’anno, in forza alla motorizzazione c’erano 31 effettivi mentre se va bene chiuderemo il 2022 con almeno nove persone in meno. Il rischio è proprio quello della chiusura“.

Il Presidente Rucco scrive a Roma

 E il Presidente Rucco, anche in veste di  sindaco del capoluogo, ha capito subito quanto importante avrebbe potuto essere il suo intervento per cercare di ottenere garanzie da Roma. E così si è subito attivato per cercare di risolvere la situazione, decisamente assai gravosa.

Ed è proprio per questo espresso motivo che ha inviato una lettera  ben chiara al ministro Enrico Giovannini, dicendo: “Rappresento un territorio tra i più industrializzati d’Italia, che ha saputo in passato essere traino dell’economia nazionale e che ancora oggi, nonostante le tante difficoltà non solo economiche a cui l’intera Nazione è sottoposta, contribuisce in maniera determinante al Prodotto interno lordo e al benessere italiano”.

Ha poi  continuato dicendo: ” Un impegno gravoso, fatto di fatica e sacrifici. Fatto anche della volontà di superare le difficoltà e le crisi con spirito costruttivo e lungimirante. Una visione che non può e non deve essere solamente degli imprenditori, ma che per funzionare deve essere condivisa con tutti gli attori del territorio, tra cui in primis enti e istituzioni pubbliche”.

Bisogna garantire il benessere alle persone alle imprese

E’ tra l’altro doveroso sottolineare che il  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riconosce che le infrastrutture viarie sono fondamentali per lo sviluppo del territorio, per garantire benessere alle persone e alle imprese.

Ma attenzione, perché per  lo stesso identico motivo,  è  necessario che sia garantita dal punto di vista amministrativo la possibilità sia  di spostamento che trasporto.

Il compito delle motorizzazioni è- in  tale direzione- definibile-  a buona ragione- come ” strategico”. E lo è ancor più oggi, per tornare ad essere competitivi nei mercati mondiali e permettere così sia alle  aziende che ai  cittadini di muoversi sul territorio.

Tutto questo lo ha fatto ben  presente anche Rucco nella sua lettera che ha concluso con un accorato e assai sentito appello: “Le scrivo a nome dei vicentini per chiederle il potenziamento dell’ufficio della motorizzazione civile di Vicenza, che soffre la carenza di personale e, nonostante gli sforzi operativi, non riesce a rispondere in tempi celeri ad un territorio che tanto sta facendo per la ripresa economica del nostro Paese”. E sul finale ha voluto lanciare l’ultima carta sostenendo che: “La pubblica amministrazione non deve rappresentare un ostacolo allo sviluppo, ma anzi lo deve sostenere e spingere. Nella consapevolezza che garantire servizi e controlli a cui sono chiamate, permetta alle istituzioni un ruolo di guida alla crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente“.

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