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Carburanti, auto, frigoriferi: stanno arrivando i mesi che sconvolgeranno l’Italia

Caro prezzi carburante
Caro prezzi. foto:@web
L’incremento dei prezzi verterà anche sui costi relativi ai veicoli. Nei prossimi mesi si prevedono rincari per auto e carburanti. I sindacati allertano una probabile mobilitazione.

Nonostante il recente taglio sulle accise per i prezzi del carburante, i costi riguardanti il petrolio subiranno un aumento che cadrà anche sui motori, nonché sull’acciaio, sui frigoriferi e altri beni. Questo rincaro potrebbe arrecare seri danni all’economia del Paese e si ipotizza una seria minaccia per 95 mila posti di lavoro.

Questo può diventare un danno pesante anche -e soprattutto- per i possessori di auto e mezzi di trasporto, che ricoprono un’importante fetta della popolazione. I sindacati prevedono una mobilitazione nei prossimi mesi, già da settembre. Il ministero ha aperto 73 tavoli, ma 27 vertenze sono già state risolte.

Ad aumentare di più saranno i prezzi delle bollette del gas che risentiranno di un incremento del 100%, portando tali spese al doppio del costo attuale. Di conseguenza, anche le spese del carrello risulteranno più care, il ché graverà per le tasche dei privati e delle aziende.

Aumentando i prezzi dei beni, aumenteranno anche i trasporti e, con essi, i prezzi dei carburanti. Viene segnalato ad oggi ,dal Codacons, un prezzo medio della benzina di 2,073 euro, già più alto del 0,51%, che continuerà a crescere di 1,05 centesimi al litro rispetto alla settimana precedente. Per il diesel il prezzo medio accertato dal ministero è di 2,033 euro (+1,39%) con un rincaro di 2,77 centesimi al litro. Il Gpl, invece, si ferma ad un costo pari allo 0,829 millesimi, che scende di 0,009 millesimi in meno.

Non solo gas e carburante, si alza il costo anche di altri beni di consumo. 

rincaro dei prezzi sulle spese del carrello
Web

Ad avvertire l’innalzamento dei prezzi saranno anche prodotti di largo consumo, come quelli alimentari e (in maggior modo) gli elettro-domestici. I prodotti alimentari, ad esempio, risentiranno di un sovrapprezzo causato da maggiori spese da chi coltiva e produce, a chi acquista e rivende.

Altri beni, quali l’acciaio e materie prime necessarie per la produzione in vari settori commerciali, si andranno ad aggiungere a quelli già elencati. Rimane però di rilievo e da tenere in considerazione, da parte del presidente del Codacons, il fatto che la maggiore spesa su base annua raggiunge oggi quota +540 euro a famiglia in caso di auto a benzina, e addirittura +658 euro in caso di auto diesel, solo per i maggiori costi di rifornimento. Se si contano gli effetti indiretti sui prezzi al dettaglio, il discorso diventa ben più importante e problematico.

Come dichiara Rienzi, presidente dell’associazione, “è evidente che il taglio delle accise prorogato al 2 agosto non è una misura sufficiente, ciò che realmente serve è bloccare i prezzi di benzina e gasolio alla pompa a tornare a listini amministrati dallo Stato”.