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Parcheggio a pagamento anche per le moto: al via le multe sulle zone blu

A Parigi bisognerà pagare da settembre 2022 per parcheggiare le moto.
A Parigi bisognerà pagare da settembre 2022 per parcheggiare le moto.
Guai in vista per i motociclisti parigini. Nella capitale francese da settembre chi parcheggia un motociclo, una moto o uno scooter dovrà pagare il parcheggio se in sosta sulle zone adibite a parcheggio per le auto.

Tre euro l’ora è la somma che si dovrà pagare per una sosta negli Arrondissement dal primo all’undicesimo (il centro città), che scende a due euro nelle zone periferiche di Parigi. In pratica, ai veicoli a due ruote si estende il provvedimento che finora è stato valido solamente per le auto e i veicoli a quattro ruote come quadricicli e piccoli furgoni.

Strisce Blu moto

A Parigi zone blu anche per le moto, l’Italia seguirà l’esempio?

Guai (salati) per chi non si informa del cambiamento di regole o per chi tenta la fortuna perché “tanto mi fermo solo 10 minuti, il tempo di un caffé”. Si rischia una multa che va da 25 a 37,5 euro, a seconda della zona dove avviene l’infrazione. In Italia ancora non abbiamo multe analoghe e quelle per i veicoli a quattro ruote su sosta irregolare in zona blu o bianca variano da 42 a 173 euro.

L’amministrazione parigina ha avvertito che non avrà alcuna tolleranza e dal day one del nuovo provvedimento adotterà subito rigore e pugno duro. L’intenzione è chiara: debellare le soste selvagge dei veicoli a due ruote.

E i residenti? Noi qui abbiamo i pass parcheggio, che si richiedono gratuitamente al comune, ma i cittadini parigini non sono così fortunati. Per loro è infatti prevista solamente un’agevolazione per un pagamento annuale che permetterà di sostare quanto si vuole e ogni giorno che vuole all’interno del quartiere di residenza. Basterà pagare una quota annuale che varia da 770 a 990 euro, sempre variabile a seconda della Arrondissement. I veicoli elettrici saranno esentati dal pagamento del parcheggio.

Ovviamente noi siamo in Italia e questo provvedimento non ci riguarda, ma è un precedente pericoloso che potrebbe essere seguito e importato anche in Italia, anche perché sappiamo bene quanto scooter e moto siano utilizzati nel bel paese, e le amministrazioni comunali potrebbero cogliere l’occasione per trovare una lauta fonte di guadagno (speriamo di no!) sia in caso di pagamenti regolari e continuativi, che in caso di multe per mancato pagamento. Del resto, capita spesso che i nostri governanti guardino gli altri paesi europei per copiare i loro provvedimenti “virtuosi”.