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Fino ad oggi l’hai fatto ma sognati di rifarlo: ti raddoppiano la multa

Non bestemmiare reato
Non bestemmiare è una questione di civiltà. Come sancito dal codice penale.
Guidare, specialmente nel traffico, è una cosa che fa innervosire molti automobilisti. Nervi a fiori di pelle e automobilisti indisciplinati fanno spesso perdere le staffe e aprono la strada a imprecazioni e coloriti insulti. Ma bisogna stare attenti, si rischia tantissimo con le forze dell’ordine.

Sappiamo tutti che è difficile mantenere la calma quando ci si innervosisce o si pensa di aver subito un torto. Ma non solo. A volte ce la siamo proprio cercata, e il solo pensiero di ricevere una multa salatissima, o conseguenze ancora peggiori, come ad esempio la sospensione della patente o il sequestro del veicolo, ci fanno pensare a quanto siamo stati stupidi e imprudenti, facendoci perdere il controllo. Chi ha una natura aggressiva e poco tendente all’equilibrio, potrebbe decidere poco coscienziosamente di prendersela con chi ha davanti, o con chi pensa sia la causa del torto subito. E se in questo caso è un agente, le conseguenze possono essere gravissime.

Multa raddoppia con insulti

Ci sono infatti diversi reati in cui possiamo ricadere in caso di insulti o aggressioni, sia verbali che fisiche, a un pubblico ufficiale. La prima cosa da fare quindi è prendere un respiro e contare fino a 10. Reagire d’istinto e impulso è sempre pericoloso e spesso autolesionista. Inoltre, non si risolve mai nulla. Anzi, si peggiora la situazione il più delle volte. A volte gli agenti che ci contestano un’infrazione son persone ragionevoli ed equilibrate e parlando serenamente e con pacatezza molte volte si riesce a far chiudere loro un occhio ed evitare la contravvenzione.

Inoltre, ci sono le sedi apposite per contestare una multa, se si ritiene di averla ricevuta ingiustamente. Il consiglio, quindi, è sempre quello di evitare di assalire gli agenti in preda alla frustrazione.

Occhio alla bestemmia

Ci sono diversi reati in cui possiamo ricadere assalendo un pubblico ufficiale. Si va dall’insulto all’aggressione. Come dice il Codice Penale:

“Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.”

La pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato. Se la verità del fatto è provata o se per esso l’ufficiale a cui il fatto è attribuito è condannato dopo l’attribuzione del fatto medesimo, l’autore dell’offesa non è punibile.

Nel caso di imprecazioni blasfeme, le cosiddette bestemmie, anche se non rivolte direttamente al vigile, si rischia una sanzione amministrativa. Questo perché nonostante il nostro sia un paese laico, la maggior parte dei cittadini è credente e cattolica, e anche se voi siete non credenti, una bestemmia potrebbe urtare la sensibilità e offendere gli ideali religiosi di altri cittadini.

Per questo motivo, la bestemmia rimane un reato. E’ regolamentato dal Codice Penale, precisamente nell’Articolo 724 che recita: “Qualsiasi bestemmia ed ingiuria alla divinità sarà punita con una multa”.

Niente arresto quindi per questo tipo di imprecazioni, ma potreste rischiare una multa salata, come nel caso di un camionista che dopo aver imprecato in modo blasfemo a seguito di una multa per divieto di sosta, si è visto recapitare un’altra sanzione da ben 204 Euro, proprio per le bestemmie udite da un pubblico ufficiale. La multa può quindi raddoppiare o persino quadruplicare. Meglio chiudere la bocca…