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Auto in prestito, non lo puoi più fare: il divieto di circolazione è deciso | Se ti beccano così sono guai

Avere un’auto costa. Tolte le spese d’acquisto, bisogna calcolare tutte le spese relative alla manutenzione, all’assicurazione, ai bolli e altro. Per questo, sono in molti a preferire guidare un’auto prestata da un amico occasionalmente, piuttosto che comprarne una propria, o al limite noleggiarla. Ci sono però delle limitazioni pesanti a questa scelta, che è bene conoscere.

Guidare l’auto di altri è un’abitudine comune a molti, che preferiscono farsi prestare il veicolo da un amico. Bisogna però avere ben chiaro che, pur essendo una pratica molto diffusa, ci sono delle regole da rispettare, e dei limiti da tenere bene a mente. Non è sempre possibile, infatti, guidare l’auto di altri.

Partendo dalle basi, è bene avere chiaro che ogni veicolo, in Italia, deve necessariamente essere intestato a un determinato soggetto. Se non si rispetta questo requisito, il veicolo non potrà assolutamente circolare per strada. Per cui, quando si decide di guidare un veicolo, è bene tenere chiaro in mente questo principio.

Tenuto conto di questo, la legge permette a chiunque di guidare un veicolo intestato ad un altro soggetto, fatte salve ovviamente le altre limitazioni di legge relative al tipo di veicolo, alle patenti necessarie etc. Si tratta di una regola chiara e logica, basti pensare ai veicoli condivisi all’interno della famiglia: sarebbe eccessivamente oneroso pensare che ognuno debba possederne il proprio.

Ci sono però dei limiti anche a questa previsione. Se di base è possibile guidare qualsiasi veicolo, con il permesso del proprietario e avendo la patente specifica, bisogna tener conto che esistono dei limiti, stabiliti dalla legge proprio per garantire una corrispondenza tra chi guida l’auto e chi effettivamente la possiede.

Cosa stabilisce la legge?

Il limite stabilito dalla legge è temporale. Infatti, dopo trenta giorni di uso ininterrotto di un mezzo da parte di un soggetto diverso dal proprietario, stando all’articolo 94 comma 4-bis del codice della strada, risulta obbligatorio aggiornare al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) la Carta di Circolazione.

Se non si adempie a questo, si rischia una sanzione: se le forze dell’ordine saranno in grado di dimostrare questo utilizzo per più di 30 giorni, i trasgressori potrebbero ricevere una multa che va dai 705 ai 3.526 euro. Una sanzione non da poco.

Conviene quindi procedere ad aggiornare la carta di circolazione, se si vuole evitare di devolvere il proprio stipendio intero alle casse delle amministrazioni pubbliche. La multa, come si è visto, è infatti molto salata.