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Nuovo sensore sui semafori Italiani, ecco il loro funzionamento segreto: fate attenzione

Telecamere semaforiI sistemi di controllo e sicurezza del traffico sono diventati più tecnologici e pervasivi e, laddove le precedenti infrazioni alla guida erano più tollerabili, gli occhi elettronici a volte installati ai semafori ora rendono più facile essere scoperti a una singola o prima infrazione. I semafori del sono diventati più intelligenti nel tempo.

Dagli attraversamenti pedonali che avvisano le persone ipovedenti del tempo rimanente sulle strisce pedonali con un segnale acustico, agli incroci con telecamere. Quindi non sorprende che le violazioni e i comportamenti del codice della strada siano sempre più scoraggiati.

Se vedete delle telecamere installate sui semafori, e magari siete passati col giallo o il rosso, è lecito preoccuparsi di ricevere una multa. E se invece andavate troppo forte? Forse sono degli autovelox che scattano una bella foto e ci inviano lo scatto a casa con tanto di sanzione per eccesso di velocità? Preoccupazioni lecite, ma cerchiamo di fare chiarezza.

Nuovi autovelox per multare gli automobilisti? Un sistema di videosorveglianza per registrare le targhe dei veicoli in entrata e in uscita? Sono queste le domande che assillano gli automobilisti della città interessate dalle nuove installazioni sui semafori, dopo che alcuni operai hanno posizionato telecamere e sensori.

Noi abbiamo indagato per voi, e abbiamo scoperto la loro funzione, e possiamo anticiparvi che non ve la sareste mai immaginata.

A cosa servono i sensori sui nuovi semafori?

Autovelox? Sistemi computerizzati per il rilevamento del passaggio col rosso per elevare multe? No, non è niente di tutto questo. Le tecnologie applicate ai semafori servono semplicemente per renderli intelligenti e capire quando attivare il rosso da un lato o dall’altro dell’incrocio. Si tratta quindi di semafori salva-code.

Il sistema operativo proposto da Google è semplice e dialoga direttamente con l’app  Google Maps del colosso di Mountain View. Quando i sensori registrano una coda di alcune decine di metri a fronte di un flusso ridotto nella direzione laterale dell’incrocio, viene inviato un input per far scattare il semaforo verde e incentivare una luce verde sul semaforo che registra la coda. Tutto viene gestito quindi in sede decentrata sui server di Google. Il sensore non fa altro che comunicare i dati, che poi verranno analizzati in remoto e una risposta verrà inviata al semaforo per un’azione corrispondente.

Gli obiettivi che il progetto cerca di raggiungere sono diversi e cruciali. La protezione dell’ambiente si può ottenere in vari modi, non solo bloccando i veicoli inquinanti, ma anche evitando la congestione del traffico in punti nevralgici: la qualità dell’aria in quelle zone interessate ne risente irrimediabilmente.

Ne consegue che la riduzione del numero di veicoli in linea si traduce automaticamente in una riduzione delle emissioni di gas serra e sostanze inquinanti. Allo stesso tempo si riduce il consumo di carburante, contribuendo così al risparmio energetico da risorse non rinnovabili, insomma una lunga catena.