Codice della Strada, da oggi non farlo più quando sei nel traffico I Ti puniscono con una multa megagalattica da 8000€

Guidare può essere grande fonte di stress, soprattutto quando lo si deve fare in mezzo al traffico e in città dove il rispetto del Codice della Strada è solo un lontano miraggio. Può quindi capitare di innervosirsi e reagire in modi imprevedibili e violenti, ma conviene stare calmi perché le conseguenze possono essere tragiche.

Non capita di rado di vedere gente che imprechi mentre guida l’auto, e a volte (dobbiamo ammetterlo) è capitato anche a noi. Qualcuno che ci taglia la strada rischiando di causare un tamponamento, una svolta improvvisa senza usare gli indicatori di direzione, o un cambio di corsia proibito per evitare un pedone.

Sono tutte manovre pericolose, specialmente se si viaggia in moto. Il rischio di cadere farsi molto male, e perdere anche la vita, è un comprensibile motivo di rabbia, che può a volte scaturire in aggressività e persino in delle risse.

Gli automobilisti aggressivi sono sempre di più e forse è anche merito del cambio della legge che adesso è cambiata. Tempo fa, un’insulto rivolto a terzi durante la guida costituiva addirittura una violazione dell’art- 594 del Codice Penale, ovvero “offesa all’onore e al decoro”. Oggi le cose sono cambiate e il reato è stato depenalizzato. Ma questo non equivale a dire che non si rischia nulla.

Litigi al volante: rischi anche la galera

Nel caso di una lite molto accesa, in cui un automobilista si rivolge  a un individuo terzo con insulti o minacce, la vittima può decidere di denunciare per violazione dell’articolo 4 del Decreto Legislativo 7/2016. Questo prevede  un risarcimento per le offese ricevute. L’entità del risarcimento può andare da 100 a 8000 €, a seconda della gravità degli insulti e delle eventuali aggravanti.

Ma ci sono casi e casi. La legge dice infatti che se offendete qualcuno in preda all’ira perché quest’ultimo ha messo a repentaglio la vostra vita, allora si tratta di un’ira giustificabile. Ne consegue che difficilmente sarete perseguibili, e un agente che assiste al fatto, difficilmente baderà alle vostre imprecazioni, capendo la situazione.

Diversa è la situazione in caso di bestemmie e insulti ai pubblici ufficiali: in questo caso si rischia di commettere diversi reati penali che vanno dall’ingiuria, all’aggressione al pubblico ufficiale, fino alle lesioni personali. Il Codice Penale recita: “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, in presenza di più persone, insulti l’onore e la reputazione di un pubblico ufficiale nel compimento di un atto ufficiale e nell’esercizio o in occasione dell’esercizio del suo ufficio, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”. Per le bestemmie invece si rischia un’ammenda di 204 euro, che può raddoppiare se rivolta a un agente.