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Autovelox: se vedi uno di questi preparati, mazzata assicurata

Segnalazione presenza autovelox – solomotori.it (web)

Alcuni autovelox fanno più male di altri. Ecco come distinguere quelli più insidiosi, ti beccano sempre, e oltre alla velocità scoprono anche tutto il resto

Si fa un gran parlare di questi tempi degli autovelox e del fatto che ci attende un’estate all’insegna delle sanzioni per eccesso di velocità. In effetti siamo il Paese dove questi apparecchi sono più utilizzati.

Per schivare le multe e richiederne l’annullamento ce ne inventiamo ormai di ogni. Passiamo dal verbale con vizi procedurali, agli apparecchi posizionati su tratte dove non è consentito dal Codice della Strada, all’assenza più totale di uno straccio di segnalazione.

Per non parlare delle mancate omologazioni o delle tarature annuali previste per legge che spesso non compaiono nemmeno sui verbali. Insomma, siamo talmente afflitti da questa piaga che cerchiamo in tutti i modi di sfuggire alle sanzioni. E facciamo bene.

Un mare di ricorsi

Fintantoché la legge lo permette, è nostro diritto difenderci con gli strumenti che abbiamo in mano. Il Codice della Strada specifica le condizioni entro cui l’utilizzo dei dispositivi di misurazione elettronica della velocità si possono usare in modo legittimo. Purtroppo la pioggia di multe a cui siamo abituati è spesso sinonimo di episodi di malgoverno di questi apparecchi.

Eclatante il recente caso avvenuto a Fiumicino delle 1.800 multe elevate da un dispositivo killer che è riuscito a collezionare questo numero abnorme di sanzioni in un lasso di tempo di soli dieci giorni. Molti automobilisti indignati – tra cui una famiglia che ha collezionato addirittura 15 sanzioni – hanno iniziato a sollevare proteste contro l’amministrazione locale, tanto che anche il primo cittadino della località ha voluto vederci più chiaro. Indagando si è scoperto che sono risultate evidenti le irregolarità nell’installazione del dispositivo, il quale non era segnalato da cartelli ben visibili e posti ad almeno 400 metri, come prescritto dal Codice della Strada. Oltre alla figuraccia, la Polizia locale si è vista obbligata ad annullare tutti i verbali in autotutela.

Autovelox fisso colonnina blu – solomotori.it (web)

Di quali autovelox dovremmo preoccuparci di più

Fatte queste dovute premesse, vediamo un po’ come riuscire a riconoscere questi apparecchi per capire se davvero stiamo rischiando grosso o se semplicemente possiamo ignorarli. A parte quelli mobili posizionati dalle forze dell’ordine, riconoscibili per la presenza dell’auto di servizio nelle vicinanze, tutti avremo visto almeno due generi di apparecchi. I totem arancioni “Velo Ok” e le colonnine blu. Nel primo caso si tratta spesso di scatole vuote senza alcun dispositivo al loro interno, ma qualora fossero dotate di una vera fotocamera, per poter erogare multe lecite richiedono la presenza di una pattuglia. 

È il secondo caso che deve destare di più la nostra preoccupazione: quello delle colonnine blu. Questi dispositivi sono in funzione sia di giorno sia di notte in qualsiasi condizione meteo, di solito sono sempre omologati, dotati di tecnologia laser e telecamera digitale a infrarossi e gestiti da remoto. Questi box possono contenere non solo autovelox, ma anche altri dispositivi come il Targa System che verificano i dati sulla copertura assicurativa, la revisione e le condizioni di legalità del veicolo.