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Caro benzina, le previsioni catastrofiche: vai a fare il pieno prima di questa data I Dopo è un disastro

Estrazione greggio – solomotori.it (foto iStock)

L’aumento del carburante è vergognoso. I prezzi sono cresciuti del 12% in tre mesi, come se già prima fosse economico. Prepariamoci ad un autunno “caldo”

Mi sa tanto che finiremo con andare a piedi. Tra un po’ facciamo prima a lasciare le chiavi a casa e spostarci con mezzi alternativi. A meno che non si voglia propria cambiare campo da gioco e passare a qualche alimentazione a basso costo.

Il caro benzina è implacabile. Non accenna a fermare la sua corsa e, cosa ancor più grave, lo sta facendo da mesi senza tregua. Gli automobilisti sono davvero arrivati alla canna del gas e sono in molti a chiedersi se valga davvero la pena continuare questo salasso.

Dubbio più che lecito, dal momento che oggi possiamo contare su differenti alimentazioni che non ci vincolano per forza al giogo dei carburanti tradizionali. Peccato solo che non si possano usare etanolo e olio di colza, altrimenti sarebbe già da tempo avvenuta una migrazione di massa.

La prima mossa sbagliata

Il caro carburante è stato il leitmotiv di questa estate infuocata, con aumenti che hanno iniziato a preoccupare giusto all’indomani dall’entrata in vigore del nuovo ordinamento che prevede l’esposizione del doppio prezzo voluto dal ministero. Quella è stata l’inizio della fine. Una fine che è ha coinciso – chissà perché – proprio con l’inizio del grande esodo estivo su strade e autostrade.

Infatti, come aveva previsto l’Antitrust – che in più occasioni aveva raccomandato di non fare quella mossa – appena prima dell’entrata in vigore della nuova legge, tutti i gestori si sono uniti in una sorta di ‘cartello’ imponendo prezzi più alti ma con differenze fra loro talmente minime che l’obiettivo iniziale del Ministero è andato subito a farsi friggere.

Erogatore carburante – solomotori.it (foto iStock)

Perché continua ad aumentare

È un classico. In questo caso l’aggravante è che a pagarne le conseguenze siamo stati noi automobilisti. In questa guerra tra stato e gestori ci siamo andati di mezzo noi, che in pratica non abbiamo nemmeno più la convenienza di scegliere tra l’uno e l’altro distributore, dato che tutti applicano più o meno lo stesso prezzo. La situazione oltretutto è aggravata da contingenze esterne. Ad oggi sono queste: il prezzo del Brent, quotato a Londra, ha superato i 90 dollari al barile a causa dei tagli alla produzione annunciati da Russia e Arabia Saudita fino alla fine dell’anno. Questi sono in buona sostanza i due paesi  produttori di petrolio che hanno influenzato l’aumento del prezzo.

La notizie da Russia e Arabia arrivano proprio mentre l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) sta considerando anch’essa l’estensione dei tagli alla produzione fino al 2024, nonostante la domanda globale di greggio stia crescendo. Tutta questa ‘tempesta perfetta’ potrebbe continuare a spingere al rialzo i prezzi dei carburanti nei prossimi mesi. Molti si affidano all’ultima spiaggia di un possibile bonus benzina, ma si tratta pur sempre di bricioline a confronto del costo di un solo pieno di benzina che può sfiorare e superare i 100 euro.