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Auto intestata a un’altra persona: tutta la verità sulla norma I Chi non lo sa paga gravi conseguenze

Auto in prestito – solomotori.it (foto Depositphotos.com)

Siamo così sicuri di poter prestare il nostro veicolo a un’altra persona senza passare guai? Vediamo che non sempre è così, ecco perché 

La nostra auto è spesso “nostra” solo sulla carta. Infatti sono molte le occasioni, durante il suo ciclo di vita, è messa in prestito a un familiare o a un amico che per l’appunto non coincide con l’intestatario stesso del veicolo.

Questa è diciamo una pratica piuttosto comune. Lo abbiamo sempre fatto, quantomeno in famiglia. L’auto del genitore è sempre stata ceduta in qualche occasione al figlio – neopatentato o meno che fosse – per uscire con gli amici la sera, sperando la riporti a casa sana e salva.

Sempre in famiglia è molto frequente anche il caso di scambio della vettura tra coniugi, tanto è vero che nella maggior parte dei contratti di polizza RC Auto è addirittura prevista una voce dedicata a specificare questo tipo di uso promoscuo, dove cioè il guidatore non coincide con il titolare.

Che c’è di male? Lo abbiamo sempre fatto

Stessa cosa si potrebbe dire delle auto aziendali, che sono intestate alle società ma guidate da uno dei dipendenti. Ci sono poi altri casi che tutti conosciamo perfettamente e da cui ognuno di noi è passato nella sua vita. Ci sarà capitato di prestare ad esempio l’auto ad amici o a parenti lontani, magari per un periodo di tempo prolungato per venire incontro a qualche loro esigenze specifica di mobilità.

Che c’è di male in tutto questo? In linea di massima nulla, è possibile prestare la propria macchina a terzi, ossia non per forza il conducente deve coincidere con il titolare specificato sulla carta di circolazione, ma c’è un ‘ma’. Quale? A parte qualsiasi tipo inconveniente legato ad infrazioni commesse da terzi su un’auto intestata a un’altra persona, il che potrebbe già di per sè prevedere rogne, ci potrebbe essere un altro motivo per cui cedere la propria auto non è mai una buona idea.

Posto di blocco Guardia di Finanza – solomotori.it (foto Depositphotos.com)

Previste multe salatissime

È vero, lo si fa sempre in buona fede, motivo per cui, all’ora di un eventuale controllo da parte delle forze dell’ordine, non ci dovrebbero essere problemi. Ma si dà un caso in cui le cose cambiano. A prevedere una limitazione di questo uso promiscuo nei conducenti è l’articolo 94, comma 4-bis del Codice della Strada, il quale specifica che ci si può mettere al volante di una macchina intestata ad un’altra persona solo per un periodo di tempo limitato e non continuativo.

Nel caso infatti il conducente non sia familiare stretto o un convivente, superati i 30 giorni di uso continuativo siamo chiamati a modificare presso la Motorizzazione il nome del conducente. In caso non lo facessimo scatta per il titolare un’ammende che va da 728 euro fino a 3.636 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione. Niente paura per l’auto intestata al genitore, in questo caso la regola dei 30 giorni non vale.