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Autovelox, tragedia automobilisti: distanza minima del cartello segnalazione non era vero I Pagheranno tutti

Autovelox – solomotori.it

Autovelox, il grande equivoco della distanza dal cartello. Sì ma di quale cartello stiamo parlando nello specifico? Andiamo a fare un po’ di chiarezza

Ed eccoci  qua a trattare di nuovo uno dei temi che più fanno discutere sul web: multe e autovelox. L’estate appena trascorsa sembra abbia lasciato il segno, tanto che da molti è stata nominata “l’estate degli autovelox“. Ne sanno qualcosa gli sfortunati abitanti di Cadoneghe, nel padovano.

Certo, non si hanno tutti i torti a definirla tale. D’altronde il mix di ingredienti che hanno reso così scottante il tema dell’accertamento elettronico della velocità ci sono tutti. Da quale vogliamo partire?

Potremmo partire da un dato oggettivo che mette tutti d’accordo. Da una ricerca condotta a livello europeo su gran parte dei Paesi membri dell’Unione è emerso un dato sconcertante: chissà perché, ma in tema autovelox l’Italia si piazza al primo posto in Europa per numero di dispositivi installati, contandone ben 11.000. Senza considerare quelli mobili si intende.

Un regolamento atteso da 13 anni: vergognoso

Se questo dato può essere utile ad avviare un confronto sul tema, iniziamo pure. La quantità di apparecchi sparsi sul territorio ha dato vita a tutta una serie di equivoci che giustamente potrebbero essere stati mal interpretati dato il vuoto legale che contraddistingue questo tema tanto caro alle amministrazioni locali e agli automobilisti.

D’altro canto – anche qui chissà perché – siamo in attesa da ben 13 anni di una legge che regolamenti in modo univoco e serio l’utilizzo di questi dispositivi. Esattamente dalla riforma del Codice della strada del 2010, quando il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, aveva promesso il famoso “decreto autovelox“, alla fine mai diventato legge a causa dell’ostruzionismo delle amministrazioni locali.

1 km è la distanza tra il segnale del limite e l’autovelox – solomotori.it

La distanza: una fonte di equivoci

Quest’anno Salvini ha cercato con la riforma del Codice della Strada 2023 di dare per così dire un colpo al cerchio e uno alla botte, inasprendo da un lato le sanzioni per eccesso di velocità, ma dall’altro lanciando un monito ai comuni sul frequente abuso di questa dotazione di sicurezza. Sì, perché non so se è sfuggito a qualcuno, ma di sicurezza si tratta. E in merito a questo aspetto vige il tema tanto controverso delle distanze tra il dispositivo e il cartello di segnalazione.

Per farvela breve: riguardo a questa storia tanto dibattuta si è alzato un polverone. Sappiate una cosa, un conto sono le ‘disposizioni operative’ che dicono a quanti metri si ‘dovrebbe’ trovare l’apparecchio, un altro conto è la Legge, che è poi quella che conta. Bene la Legge si esprime così: la distanza tra il cartello che indica la presenza dell’autovelox e l’apparecchio deve essere “sufficiente” ad avvertire per tempo l’automobilista evitando così frenate brusche e pericolose. Qualcuno parla di 1 km ma non è così. La distanza “sufficiente” è a libera interpretazione dell’amministrazione locale. Quello che invece si intende quando la Cassazione parla di 1 km è della distanza tra il cartello del limite di velocità consentito e l’apparecchio. Quindi attenzione a impugnare verbali senza prima considerare questa importante differenza.