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Carlo Conti, torna col primo amore: gli mancava troppo I Terremoto nella vita del conduttore

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Carlo Conti è uno dei super conduttori che fanno parte della famiglia Rai. Nella sua vita c’è stata un’auto a cui è particolarmente legato. Un icona degli anni settanta per la Fiat

Carlo Conti è uno dei conduttori italiani più famosi in assoluto. La sua carriera e le sue esperienze televisive gli hanno permesso di crescere gradualmente. Non tutti sanno che Carlo Conti è nato a Firenze il 13 marzo 1961. Dopo un breve periodo di lavoro in banca, ha iniziato a lavorare come Dj nelle discoteche e nelle radio e tv locali.

Inizia con piccoli ruoli, piccoli programmi, per poi arrivare a condurre il Festival di Sanremo, la cerimonia per l’assegnazione dei David di Donatello, molti game show e tantissimi programmi che vanno in onda in prima serata e che intrattengono il pubblico.

Nel corso della sua carriera Carlo Conti non ha mai nascosto di avere una passione per le auto. Il presentatore ha dichiarato di avere iniziato prestissimo a guidare, appena possibile e lo ha fatto con l’automobile più in voga del periodo per un giovane italiano novizio del volante:

Feci un patto con mia madre: niente motorino ma mi avrebbe comprato la macchina a diciotto anni compiuti“. Questo grande interesse è stato ribadito anche recentemente sui suoi profili social.

Fiat 127 Arancio; un icona di stile per Carlo

Nel 1971 la Fiat si apprestava a lanciare un modello di grande successo in Italia ma anche in Europa: la 127. L’utilitaria ha una linea molto moderna ed equilibrata, disegnata da Pio Manzù, figlio del celebre scultore Giacomo Manzù, in collaborazione con Rodolfo Bonetto.

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Un’icona di stile a cui il giovane Carlo ha dedicato i suoi “migliori anni” da novizio della guida. Un regalo importante che ha ricevuto dai suoi genitori e che avrebbe indubbiamente segnato anche la successiva fascinazione che Carlo ha sempre avuto nei confronti delle “storiche” del lingotto.

La 127 Fiat è compatta ma slanciata con superfici lisce e bene raccordate tra loro, un piccolo capolavoro di design. Lunga 3,60 larga 1,53 e alta 1,37 la 127 monta un 4 cilindri di 903 c.c; ha lo sterzo a cremagliera e monta i freni a disco all’avantreno. Quella di Carlo, ricorda il conduttore aveva un insolito colore arancione e di seconda mano, “un’auto non troppo potente ma io non amo correre” spiega l’uomo. E cosí era anche per gli gli italiani degli anni ’70 che con la 127 andavano spesso anche in vacanza, in quattro più i bagagli senza il bisogno di una monovolume.