GP di Monaco, la classifica ora si accorcia: ecco come

Il Gran Premio di Monaco di quest’anno risulta un mix perfetto tra passerelle e colpi di scena ma alla fine Norris vince e accorcia in classifica.

Proprio Lando Norris si è portato a casa una delle tappe più glam e conosciute della Formula 1 moderna, parliamo del Gran Premio di Monaco.

Norris ha infatti respinto ogni assalto, guidando come se la pista la conoscesse a memoria e accaparrando coì il primo posto che lo porta a -3 da Piastri, che ora la percepisce la pressione.

Charles Leclerc lo ha inseguito senza sosta, ma chiude secondo nella pista di casa.

Sappiamo bene come a Monaco la corsa comincia prima del semaforo verde, già dai paddock e dai cordoli la situazione può essere particolare.

La classifica si accorcia

Quest’anno è bastato un attimo vedere Sofía Vergara, in abito bianco e occhiali scuri aggirarsi tra i box con un sorriso largo. Intorno, volti noti ovunque che andavano da Naomi Campbell a Mbappé e molti altri ancora. In mezzo ai caschi e ai cric, sembrava di essere in passerella, ma questo è il fascino del Principato più unico del mondo. Chi conosce questo circuito se che la difficoltà principale è quella di sorpassare, ed ecco che Leclerc ci prova subito all’esterno, ma Norris blocca e chiude la porta. Stavolta reggono bene davanti, ma dietro è caos: Bortoleto finisce contro un muro dopo un corpo a corpo con Antonelli, d’altro canto è una gara senza esclusione di colpi.

Leclerc era partito secondo dopo una serie di qualifiche spettacolari, chiuse solo dietro a Norris, merito di essere il padrone di casa, che si è rivelata anche un’occasione per correre sotto lo sguardo attento di chi lo conosce da quando giocava con i kart. Lo ha fatto con un casco bianco, segnato da tocchi di baby blue e di rosso Ferrari. Lewis Hamilton ha voluto dire la sua spingendo dove poteva e rallentando dove serviva. Nessuna sbavatura. Solo guida pura, in una macchina che ancora assomiglia a un rebus. Il resto lo ha messo lui: traiettorie, pazienza, silenzio.

Il GP di Monaco non fa sconti

Discorso diverso per una McLaren che sembrava essere uscita da un’altra epoca. La scuderia ha coperto la macchina col color papaya pieno, e i bianchi che tagliano l’aria. È l’eco della M7A, la vettura che nel ’68 regalò al team la sua prima vittoria, stessa tenuta per i piloti che sembravano usciti dalla stessa epoca. Monaco non è solo gara, ma anche incidenti, questo è quello successo con Gasly, che dopo il contatto con Tsunoda ha urlato via radio: “Non avevo freni!”. Gomma distrutta, macchina danneggiata, ma ha comunque compiuto un giro. Non serve aggiungere molto.

La Racing Bulls ha anticipato la sosta, sperando di trovare strada libera, anche se si trattava di un azzardo. Hadjar ha usato la frusta quando serviva, ha tenuto la macchina lontano dai guai, ha fatto il suo. Alla fine è davanti a chi aveva più motore accaparrandosi punti utili. Anche il giovano Ocon ha guidato pulito, costante, lucido, arrivano settimo con un’Haas fuori classifica, anche se il valore aggiunto di Monaco è stato proprio lui. Con una sosta ancora da fare, ha provato a restare in pista sperando in una bandiera rossa, in un colpo di scena. Verstappen invece ha scelto di saltare la seconda sosta obbligatoria e si autoesclude senza speranza.