Posto di blocco, scatta il controllo da WhatsApp: tutti obbligati, se ti rifiuti sei nei guai fino al collo

Posto di blocco, scatta il controllo da WhatsApp: tutti obbligati, se ti rifiuti sei nei guai fino al collo

guidare con telefono - depositphotos - solomotori.it

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Da adesso le Forze dell’Ordine hanno tutto il diritto di controllare perfino la nostra chat di WhatsApp durante un posto di blocco e non è violazione della privacy.

Oggi potrebbe sembrare una sorta di provocazione che non piace, ma parliamo di un abuso di potere, ma quello che sta accadendo nelle strade italiane diventa una cosa difficile da accettare, ma in ogni caso risulta essere legale.

Oggi la Polizia, così come i Carabinieri, ha tutto il diritto di fermare un conducente e chiedergli di fornire il cellulare per fare alcune prove.

Non per cercare prove di una relazione extraconiugale, né per estrapolare informazioni sensibili da noi smartphone. L’obiettivo, il tutto con l’obiettivo di garantire la sicurezza stradale e questo, per legge, viene considerato persino maggiormente importante per la privacy stessa.

Proprio per questo, diversi casi segnalati in questi mesi, per le relative sentenze, che hanno portato alla conclusione che sì, le Forze dell’Ordine hanno questo diritto, ma solo in determinate circostanze.

Controllo il telefono

Non stiamo parlando di un controllo arbitrario o di eccesso di zelo. Le forze dell’ordine possono accedere alle conversazioni WhatsApp di un conducente, anche se sospettano che stia utilizzando il cellulare per segnalare la presenza di autovelox mobili o posti di blocco alle chat di altri automobilisti. Il riferimento stabilito è quello normativo secondo l’articolo 45, comma 9-bis del Codice della Strada, vieta “l’uso di dispositivi o sistemi di segnalazione della presenza e localizzazione dei controlli elettronici”.

Questo significa condividere in tempo reale la posizione di una pattuglia o di un autovelox mobile, tramite app, social o gruppi WhatsApp, è una violazione della legge. Non importa se lo scopo risulta essere “solidale” o per “avvisare gli amici”: la legge lo considera un modo per eludere i controlli stradali.

Social telefono - Depositphtos - solomotoril.it
Social telefono – Depositphtos – solomotoril.it

Sei nei guai

Lo stesso vale per i gruppi WhatsApp locali dove si avvertono gli iscritti della presenza dei carabinieri con il telelaser che non fanno altro che aiutare le cose. Questo punto va chiarito: le forze dell’ordine non possono controllare i telefoni a tappeto. Ma se esistono sospetti fondati, il controllo può diventare legittimo. Succede spesso quando accade dopo un incidente, per verificare se il conducente stava usando il telefono.

Inoltre durante un posto di blocco, se sullo schermo compaiono notifiche da gruppi sospetti, o se gli agenti vedono chiaramente che il conducente sta scrivendo qualcosa nel momento in cui incrocia la pattuglia o l’agente si allontana. In questi casi, può scattare un sequestro temporaneo del dispositivo con le dovute autorizzazioni, una perquisizione informatica, anche superficiale. Se si accerta la violazione, la sanzione può arrivare fino a 3.305 euro, con confisca del dispositivo o denuncia nei casi più gravi.