“Mi stanno aspettando a lavoro, lasciatemi andare, ho fretta”: posto blocco addio, se dici così da oggi non ti fanno niente e non possono trattenerti

“Mi stanno aspettando a lavoro, lasciatemi andare, ho fretta”: posto blocco addio, se dici così da oggi non ti fanno niente e non possono trattenerti

Posto di blocco e patente(Depositphotos)-solomotori.it

Posto di blocco e patente
Posto di blocco e lavoro (Depositphotos)-solomotori.it

Parliamo di una recente sentenza che potrebbe cambiare il modo in cui vengono applicati i fermi amministrativi sulle auto che scattano durante i controlli ai posti di blocco.

Secondo questi ricorsi, quando si viene fermati per un controllo stradale ciò che si dice può determinare l’esito della verifica e si possono evitare anche conseguenze molto gravi per molte ragioni.

Secondo una recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano le forze dell’ordine sono tenute a valutare la condizione dell’automobilista.

Particolare attenzione va posta al caso in cui il veicolo venga utilizzato quotidianamente per motivi di lavoro, pertanto risulta essere lo strumento imprescindibile per raggiungere il luogo d’impiego.

In questo caso il mezzo di trasporto necessario non possa essere sottoposto a fermo amministrativo, nemmeno in presenza di debiti fiscali, una scelta equa e onesta per permettere il pagamento di tutto.

Mi aspettano a lavoro

Il caso esaminato dalla Commissione Tributaria Provinciale di Milano riguarda un contribuente residente nel capoluogo lombardo, a cui era stato imposto il fermo amministrativo per debiti superiori a 16.000 euro. Proprio carichi pendenti erano legati a TARSU, bollo auto e multe risalenti a oltre un decennio fa. Il cittadino, però, è riuscito a dimostrare che l’auto era necessaria per coprire ogni giorno i circa 30 chilometri che separavano tra casa e il posto di lavoro. In mancanza di mezzi pubblici o soluzioni alternative, l’utilizzo del veicolo era, quindi, l’unica opzione possibile e lecita per recarsi al lavoro.

I giudici della CTP hanno quindi accolto il ricorso e hanno dichiarato illegittimo il fermo, pertanto la sentenza n. 9202/24/14 del 3 aprile 2014 ha, quindi, stabilito un principio importante: non è possibile bloccare un mezzo se questo è necessario all’attività lavorativa del contribuente. Inoltre, nel caso in questione, Equitalia non aveva fornito le prove di notifica delle cartelle esattoriali Questo elemento ha contribuito ulteriormente all’annullamento del provvedimento.

Posto di blocco e patente
Posto di blocco e patente (Canva)-solomotori.it

Lo dice la legge

La sentenza emessa dalla Commissione rappresenta, senza dubbio, un precedente più che significativo per chi rischia il fermo dell’auto mentre la usa per recarsi al lavoro, oltre ad essere un caso che farà scuola. La stessa, però, non autorizza a rifiutare un controllo né giustifica l’inosservanza delle regole. In fase di accertamento, è possibile segnalare l’essenzialità del veicolo, ma sarà poi il giudice a valutare caso per caso senza sconti.

L’eventuale annullamento del fermo, infatti, non avviene automaticamente, ma solo su ricorso e con prove documentate. Risulta sempre bene ricordare che quanto stabilito non è frutto del caso, ma dell’applicazione di diritti sanciti dalla legge, come quelli relativi al lavoro, che riguardano tutti i cittadini italiani.