Autovelox in Italia, quanti sono: censimento dei dispositivi, ecco la verità

Autovelox (Depositphotos)-solomotori.it
Si parla del ‘censimento degli autovelox’, che dovrebbe permettere finalmente di conoscere il numero esatto di dispositivi attivi in Italia, visto che le cifre che girano sono frutto di stime.
Ma perché è importante sapere quanti autovelox fissi e mobili ci sono in Italia, ad oggi non si sa.
Ma è stata richiesta una partita direttamente dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti come atto “necessario, urgente e indifferibile per il riordino delle regole di settore e per definire norme chiare sugli standard e sulle procedure di approvazione e omologazione dei dispositivi“.
In pratica, secondo il MIT, non è possibile risolvere l’annosa questione dell’omologazione dell’autovelox senza sapere quanti sono, quali sono, dove sono e come vengono usati.
Il censimento degli autovelox si porta fare con un emendamento al decreto Infrastrutture, atteso a breve alla conversione in legge, a favore della ricognizione degli strumenti utilizzati per l’accertamento della violazioni dei limiti di velocità.
Censimento dei dispositivi
Quindi, in realtà, non solo autovelox ma anche Tutor, T-Red, Scout Speed, e tutti gli altri. In dettaglio, nel decreto è stata inserita una previsione volta a risolvere le criticità relative all’uso dei dispositivi impiegati per l’accertamento a distanza delle violazioni dei limiti di velocità, come previsto dall’articolo 142 del Codice della Strada. L’obiettivo è quello di creare un quadro univoco su scala nazionale, regionale e locale circa i dispositivi in uso, specificando numero e tipologia degli strumenti, il loro legittimo utilizzo e la necessaria verifica dei requisiti tecnici per la relativa approvazione o omologazione.
L’intervento è propedeutico all’annunciato riordino delle regole di settore e per definire norme chiare sugli standard e sulle procedure di approvazione e omologazione degli autovelox. A questo proposito il ministero ha già pronto da mesi un decreto ad hoc, che però è stato messo in stand-by proprio in previsione del censimento dei dispositivi.
I velox
Gli enti locali e la Polizia stradale dovranno trasmettere tutti i dati dei dispositivi al ministero che a sua volta li pubblicherà sul suo sito senza sconti. Finora i Comuni e le Province hanno gestito gli autovelox quasi in autonomia, chiedendo un’autorizzazione preventiva al MIT. Proprio per questo sono stati spesso accusati di non utilizzare questi strumenti per la sicurezza stradale, ma per incassare soldi grazie alle multe.
Il censimento dovrebbe servire a rendere trasparente la gestione di tutti gli autovelox: per ogni dispositivo, infatti, dovranno essere indicati tipo, marca, modello, posizione (per quelli fissi) e la conferma dell’approvazione o dell’omologazione. Solo gli autovelox che saranno correttamente censiti dal ministero potranno rimanere accesi.