John Elkann lancia l’allarme: quale sarà il futuro dell’auto europea

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Stiamo parlando di un vero e proprio allarme quello lanciato da John Elkann, nelle vesti di presidente del Gruppo Stellantis.
Secondo il punto di vista di Elkann e De Meo, il destino dell’intera industria dell’auto europea si gioca a partire da quest’anno, momento unico che rappresenta uno spartiacque fondamentale per il comparto dell’auto del Vecchio Continente.
Tutto questo poiché l’Europa potrebbe rischiare di diventare essenzialmente un mercato e non più un luogo dove si producono automobili, con lo spettro della Cina sempre pronto ad incombere.
Secondo quanto sottolineato da John Elkann, proprio “nel 2025 la Cina produrrà più automobili di Europa e Stati Uniti messi insieme”.
Serve quindi una necessaria rapidità decisionale per scongiurare la possibilità che il declino raggiunga valori insostenibili nel giro di poco tempo.
Lancia l’allarme
La volontà di Elkann non è quella di chiedere aiuti al legislatore, piuttosto di richiedere a questo che i gruppi automobilistici siano messi in condizione di lavorare per introdurre innovazioni e veicoli più accessibili, parlammo quindi di modi non soliti. Al centro di quanto ammesso da John Elkann e Luca De Meo ci sono i dati relativi ai veicoli venduti in Europa, dove che risultano essere nettamente preoccupanti, a causa di problemi sostanziali dati anche dalle modifiche pre e post covid.
Allo stesso modo John Elkann ha criticato l’insorgenza di norme che rendono le nuove automobili sempre più “complesse, pesanti e care” riducendone l’appetibilità nel contesto di ampie fasce della popolazione continentale. Secondo il suo collega De Meo, che si è fatto molto spesso portavoce di un approccio di questo tipo, i veicoli di piccole dimensioni non possono essere trattati alla stregua di modelli più grandi in tema di regolamentazione.
Il futuro dell’auto
L’Italia, accanto a Spagna e Francia, rientra tra quei Paesi che hanno maggiormente subito le questioni relative a tali cambiamenti normativi; quelli che per De Meo hanno portato la Renault Clio ad aumentare il proprio listino del 40% nel giro di 15 anni. Per questi motivi i tre Paesi citati dovrebbero ragionare su un rapporto collaborativo utile ad ottenere norme più eque e indicate per i modelli di più piccole dimensioni.
La volontà è anche quella di rinnovare il parco auto circolante attualmente in Europa. Per fare ciò non si guarda esclusivamente all’elettrico, piuttosto all’azione di tecnologie innovative e competitive utili per “rivitalizzare la domanda”. La necessità rimane quella di prendere decisioni coerenti e di adoperare una capacità di reazione che possa trarre ispirazione dai quei Paesi e regioni del mondo che stanno mettendo a punto politiche industriali forti e uniche.