Decreto sicurezza e blocchi stradali, cosa dice la legge

Decreto sicurezza e blocchi stradali, cosa dice la legge

Posto di blocco (Depositphotos)-solomotori.it

Posto di blocco
Posto di blocco (Depositphotos)-solomotori.it

Il 9 giugno il Decreto Sicurezza è diventato legge dello Stato introducendo 14 nuovi reati e 9 aggravanti, incluso il nuovo e contestatissimo reato di blocco stradale o ferroviario effettuato col proprio corpo.

Stando a quanto riportato dalla Corte di Cassazione che è intervenuta sul provvedimento con una relazione non vincolante, assai contestata dalla maggioranza di Governo, che ha sollevato parecchi dubbi e perplessità su gran parte delle misure adottate, sia nella forma che nel merito.

Sotto la lente della Suprema Corte è finito, tra gli altri, proprio il reato di blocco stradale, che si manifesta nel divieto assoluto di procedere a blocchi stradali o ferroviari come espressione di dissenso, protesta o forma di lotta sindacale.

Per la Cassazione tali blocchi non sono però punibili se il disagio procurato è ridotto, cioè da non impedire completamente la circolazione dei mezzi.

Prima di approfondire i rilievi della Corte di Cassazione, facciamo un passo indietro ricordando come si è arrivati al reato di blocco stradale.

Decreto sicurezza

L’articolo 14 del più volte citato Decreto Sicurezza, poi convertito nella Legge n. 80 del 9 giugno 2025, ha modificato l’articolo 1-bis del vetusto D.Lgs. n. 66 del 22 gennaio 1948 riguardante le ‘Norme per assicurare la libera circolazione sulle strade ferrate e ordinarie e la libera navigazione”.

Se prima, infatti, chi fermava la circolazione su strada ordinaria sedendosi o sdraiandosi per terra per impedire ai veicoli di proseguire la marcia, commetteva un semplice illecito amministrativo con multe da 1.000 a 4.000 euro e niente arresto, adesso la musica è cambiata perché con la nuova formulazione della norma si passa nel penale.

Posto di blocco sulle strade italiane
Posto di blocco sulle strade italiane (Depositphotos)-solomotori.it

Cosa dice la legge

Stiamo parlando di un reato pensato appositamente per scoraggiare le proteste degli ambientalisti, come quelli di Ultima Generazione, che spesso e volentieri hanno usato l’espediente del blocco stradale o ferroviario per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati all’ecologia. Non a caso la norma fa specifico riferimento al ‘fatto commesso da più persone riunite’, circostanza che comporta un’aggravante della pena. Va comunque ricordato che le misure cautelari scattano solo per pene sopra i tre o cinque anni, quindi superiori a quelle previste per il blocco stradale. Tradotto: non si va in carcere.

Di recente l’espediente del blocco stradale è stato usato anche nel corso di uno sciopero dei metalmeccanici. La Corte di Cassazione ha tuttavia espresso dei dubbi su questo provvedimento, precisando che in base alla formulazione della norma, affinché ci sia reato la condotta dovrebbe essere davvero idonea a impedire la circolazione su strada ordinaria o ferrata.