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Se vedi una persona fare così vicino alla tua auto chiama i carabinieri: in 15 secondi può rubartela

Con l’avanzamento della tecnologia, le auto hanno sempre di più elementi elettronici al loro interno, siamo sicuri che questi non possano rappresentare un problema nella sicurezza contro i furti?

Siamo portati spesso a pensare che l’avanzamento tecnologico oltre a portare evidenti vantaggi e comodità, porti con se anche un’elevata sicurezza nella nostra quotidianità. Però esattamente come le case automobilistiche cercano di rendere le loro auto più sicure, anche chi fa business commettendo furti si attrezza di conseguenza. Infatti le statistiche non mentono e nuovi tipi di furti cosiddetti “elettronici” continuano ad aumentare. Rappresentano infatti il 5-10% del totale (parliamo di 40.000 veicoli stimati 800 mln di euro con i profitti complessivi in USA ed Europa stimati a 20 miliardi), con una percentuale che sale addirittura al 20%-30% per le vetture rubate di ultima generazione (sul mercato da meno di 5 anni come Mercedes Classe E, Bmw Serie 3, 5, X5 e X6 e tutte le Range Rover).

I dispositivi oggi più utilizzati anche nel nostro Paese per portare a termine “furti d’auto hi-tech” sono i cosiddetti “sistemi di ri-programmazione della chiave” che, permettono effettivamente di clonare una chiave in pochi minuti.

Quali sono nello specifico questi metodi?

Riprogrammazione della chiave
Uno dei metodi più diffusi consiste nella riprogrammazione della chiave come abbiamo già detto. Questo metodo richiede che i malfattori siano già riusciti ad accede all’interno dell’abitacolo usando per esempio la forza bruta.

Questi apparecchi per la programmazione delle chiavi vengono collegati fisicamente alla porta di diagnostica a bordo, altri invece necessitano di essere collegati direttamente  all’unità di controllo elettronico che contiene le informazioni riservate del transponder.
Questo è il principale metodo presente in Europa, efficace con veicoli/brand di fascia alta come per esempio  BMW Serie E, Range Rover, Rav 4, Lexus, Audi, Ford e Volkswagen.
Rimpiazzo Componenti
Anche questa seconda tecnica prevede già l’accesso nell’abitacolo, da cui poi si compie tutta l’operazione di sostituzione di determinate componenti come l’immobilizer o il controllo elettronico, che permettono in poche parole di aprire l’auto con una chiave completamente diversa da quella originale.

Clonazione della chiave
Questo genere di attacchi viene condotto solitamente con auto più vecchie, perché queste ultime hanno transponder che funzionano con standard datati e facilmente clonabili con una serie di attrezzature facilmente reperibili a basso costo.  Questo metodo permette di avere una chiave completamente identica a quella originale.

Il famoso “Relay Attack”
L’ultimo metodo elettronico che ha visto uno spaventoso aumento del suo utilizzo in tutta Europa viene chiamato il relay attack. Questo attacco viene fatto tramite l’uso di ripetitori di radiofrequenza che permettono di ingannare l’auto facendo risultare la chiave vicina anche se si trova  a molta distanza. In Russia è stato calcolato che il 30% dei furti di vetture di brand stranieri viene fatto con questo metodo .