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Auto intestata, da oggi la puoi guidare solo tu: se trovano un’altra persona sei nel disastro | La legge parte subito

Auto in prestito – solomotori.it (foto iStock)

Prestare l’auto a un amico è una pratica diffusa, nonostante ciò nasconde le sue insidie. Vediamo perché è bene riconsiderare questa nostra abitudine

Come spesso capita, il conducente alla guida di un’auto non corrisponde sempre al titolare. Anzi, diciamola tutta, in famiglia questo è un super classico. Lo abbiamo fatto da sempre tutti, fin da giovani, quando non potevamo ancora permetterci un’auto tutta nostra e usavamo quella dei nostri genitori.

Il che non ha mai comportato grossi problemi in linea di massima, solo due per l’esattezza: il primo è che in caso di fermo da parte delle forze dell’ordine avremmo dovuto perdere un buon quarto d’ora per spiegare che l’auto era intestata a nostra madre. Il secondo problema era ed è di ordine più pratico.

Se in una famiglia l’auto è abitualmente utilizzata da vari membri del nucleo familiare, potrebbero sorgere alcune problematiche legate a punti e patente qualora qualcuno di loro (che non coincida con l’intestatario) si prenda la briga di guidare col piede pesante.

Quando titolare e conducente non coincidono: possibili rogne

Nella maggior parte dei casi infatti, gli accertamenti per eccesso di velocità non sono effettuati direttamente da una pattuglia sulla strada, ma avvengono automaticamente tramite autovelox fisso. Questa modalità di rilevazione ha però il grande svantaggio o vantaggio, a seconda che si prendano le parti del titolare o del conducente, che non può rilevare anche l’identità di chi è alla guida.

Motivo per cui capita spesso – specialmente in una famiglia numerosa – che si vedano recapitare a casa multe per eccesso di velocità addebitate al proprietario, il quale poveretto  magari non si trovava nemmeno alla guida del suo mezzo quel giorno. Per evitare di farsi decurtare i punti è spesso sufficiente in questi casi ammettere che non ci si ricorda chi fosse alla guida quel giorno. Ma questo escamotage, riconosciuto come valido dalla stessa Cassazione, non è applicabile qualora diamo in prestito la nostra auto a un amico.

Multa – solomotori.it (foto iStock)

Cosa succede se prestiamo l’auto

Anzi, c’è di più. Se il prestito risulta una pratica piuttosto frequente, quello a cui si va incontro sono conseguenze piuttosto serie. Ciò significa che non potremo più prestare la nostra auto a qualche amico? In realtà non è proprio così. Se l’utilizzo da parte di un’altra persona supera i 30 giorni continuativi, è obbligatorio procedere con un aggiornamento della Carta di circolazione.

Si deve in questi casi procedere alla variazione dei dati presenti sul libretto dove si specificano le generalità dell’intestatario. Questo processo di modifica è necessario e va registrato al Pubblico Registro Automobilistico. Sempre per la stessa norma sono esentati da questo obbligo i componenti del nucleo familiare, purché conviventi. I rischi nel non dichiarare il nuovo conducente abituale sono almeno due di rilievo: il primo è una sanzione che va dai 705 ai 3.526 euro, il secondo è che il titolare si prende qualsiasi responsabilità,  difatti il Codice Civile stabilisce che il proprietario del mezzo interessato ha responsabilità oggettiva in caso di incidente.