Il libretto di circolazione è la carta d’identità del veicolo: contiene tutte le informazioni di omologazione come il numero di passeggeri trasportabili, il peso a vuoto e la massa rimorchiabile ma anche il tipo di pneumatici e dei cerchi installabili e le informazioni sul motore e sulla sua potenza. Il documento va anche aggiornato periodicamente con il tagliandino della revisione ministeriale.
La revisione ministeriale è un obbligo inderogabile per tutti i veicoli di qualsiasi tipo (veicoli a due e quattro ruote, furgoni, camion e tir) per la circolazione su strade e autostrade. Si tratta di una disposizione di sicurezza disciplinata dal ministero dei trasporti. Le scadenze per la revisione dei veicoli sono diverse.
Se acquistate un’auto nuova da un concessionario, quindi prima immatricolazione e primo proprietario, allora il primo obbligo di revisione scatta entro lo scadere del quarto anno dalla data di immatricolazione. Dopodiché, si passerà alla cadenza biennale di controllo. Se invece acquistate un’auto usata, la revisione deve essere sempre effettuata ogni due anni. Non è previsto alcun periodo di tolleranza per il controllo del veicolo dopo la scadenza del periodo naturale.
Per quanto riguarda la categoria dei veicoli atipici, secondo il decreto del 2009, la revisione delle auto d’epoca o dei veicoli di interesse storico deve essere effettuata ogni due anni, nel mese in cui è stata rilasciata la carta di circolazione del veicolo o nel mese in cui è stata effettuata l’ultima revisione. Fino a qualche anno fa, questi veicoli potevano fare la revisione solo nei centri della Motorizzazione Civile, e per via dell’alto numero di veicoli si andava incontro a lunghe liste d’attesa. Recentemente, però, le cose sono cambiate e ora anche i veicoli d’epoca possono fare la revisione nella autofficine private abilitate.
L’ispezione del veicolo consiste in controlli tecnici effettuati dagli uffici locali della Motorizzazione Civile o dalle officine affiliate al Ministero dei Trasporti. Il loro scopo è quello di verificare se sono soddisfatte le condizioni di sicurezza di guida e di bassa rumorosità del veicolo. Un altro aspetto fondamentale delle ispezioni obbligatorie è la misurazione delle emissioni inquinanti nell’atmosfera, affinché non superino i limiti di legge.
Durante l’ispezione, il veicolo viene identificato e viene fatto un check approfondito all’ impianto elettrico, viene controllata l’efficacia dei freni, sterzo, carrozzeria, assi, sospensioni e pneumatici. Per far ciò, l’auto viene messa su un ponte e sollevata da terra, quindi viene fatta scorrere su dei nastri trasportatori che simulano condizioni di guida e di arresto. Quindi attenzione a installare assetti troppo ribassati, potreste non passare la revisione. Questo ci porta alla domanda iniziale: cosa succede se si guida senza patente?
La revisione è certamente una spesa che si va a sommare a tutte quelle che abbiamo già sia con il veicolo che a tutte le altre del bilancio familiare, non ne parliamo se possediamo più di un veicolo. Ma saltare la revisione non è mai un’ottima idea, sia per questioni di sicurezza sia che per i rischi che corriamo in sanzioni se veniamo fermati a un controllo. Se si guida scoperti da revisione, si rischia una multa che va da 173 a 694 euro. La multa può essere raddoppiata in caso di recidiva. Oltre alla multa, vi sarà anche il divieto di circolare col veicolo fino a che non si fa revisionare il veicolo (potrete guidare solo fino all’officina abilitata al controllo). Infine, se si circola ugualmente quando l’auto è sottoposta al fermo, si rischiano ben 7.993 euro, più un fermo amministrativo di 90 giorni e, in caso di recidiva, anche la confisca del veicolo. La presentazione di un certificato di revisione falso alle autorità di controllo può invece portarvi come conseguenza una multa da 430 a 1.731 euro e il ritiro della carta di circolazione.
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