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Superbollo, ufficiale l’ok: finalmente potremo dirgli addio 

Addio superbollo – solomotori.it

La sua abolizione è vicina, metteremo fine a un periodo buio per l’industria automobilistica nel nostro paese. Tutti potremo permetterci auto più potenti

Per troppi anni gli automobilisti sono stati tartassati con questa imposta. Più che altro bastonati, dal momento che il superbollo ha pesato come un masso sulle tasche dei contribuenti.

Ma non solo sulle loro, ed è proprio questa la cosa davvero folle. Perché sembra che abbia creato non pochi scompensi anche sul mercato interno italiano che da allora, dal 2011 per l’esattezza, si è dovuto per forza di cose ri-orientare verso motori al di sotto dei 185 kW.

L’alternativa altrimenti era, ed è attualmente, quella di sborsare ben 20 euro a kilowatt per ogni kilowatt eccedente la quota 185. Insomma, non certo una spesa alla portata di tutti, nemmeno di chi avrebbe potuto e voluto permettersi un bel 3.0 litri turbocompresso.

Genesi di una super tassa

Tutto nacque da una proposta di Berlusconi approvata nel decreto legge del 6 luglio 2011, facente parte della prima manovra varata nell’estate di quell’anno. Poi cadde il Governo, arrivarono i tecnici e con loro l’approvazione di un nuovo decreto, quello che fu chiamato “Salva Italia“, varato dal nuovo esecutivo di Mario Monti.

Su tutto quello che ingrassa le casse dello stato, “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Così, non solo in quel decreto rimase inalterato il principio del superbollo, ma quella sovrattassa fu inasprita. L’unico merito che dobbiamo a Monti in tema superbollo è di aver quantomeno previsto una sua graduale riduzione nel tempo. Il superbollo attualmente scende a 12 euro/ kW dopo i primi 5 anni dall’immatricolazione, a 6 euro dopo 10 anni, a 3 euro dopo 15 anni e viene abolito del tutto dopo 20 anni. Praticamente quando l’auto è già da rottamare.

In più di 10 anni il superbollo è costato agli automobilisti italiani circa 1,2 miliardi di euro – solomotori.it

Davvero vicini all’abolizione

Il superbollo è piaciuto un po’ a tutti i nostri governanti, di centro-destra o centro-sinistra, senza alcuna distinzione. A conferma di ciò ricordiamo come già nel 2013, quando governava la sinistra con Letta, sembrava fossimo vicino alla sua abolizione, quando un gruppo di senatori di FI-Pdl aveva avanzato la proposta di eliminarlo. Il PD si oppose fermamente. E così siamo giunti al 2023.

Però questa volta forse è quella buona. La commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento che apre la strada alla progressiva eliminazione del superbollo sulle auto diesel senza gravare sul bilancio pubblico. Il quale ha vissuto più che abbondantemente il suo momento di gloria grazie a questa entrata erariale che, secondo Federcarrozzieri, ha rappresentato qualcosa come 1,2 miliardi di euro. Soldi che sono entrati nelle casse dello Stato a discapito però di un rinnovo del parco auto esistente e di un segmento di mercato praticamente cancellato dai listini.